Il coronavirus è entrato nel nostro paese ed è diventata subito emergenza. Moltissime aziende su tutto il territorio nazionale sono state costrette a chiudere le porte, temporaneamente per fortuna.
Molte di loro, però, hanno deciso di organizzarsi in fretta per virare verso una nuova concezione di lavoro: lo smart working.
Che cos’è lo smart working?
Partiamo dalla definizione che ne dà il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: “lo Smart Working (o Lavoro Agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.
Le aziende e i lavoratori si sono quindi preparati per portare avanti il proprio lavoro e le proprie attività da remoto.
Lo abbiamo fatto anche noi di Peaktime.
Anche se, ad essere sinceri, Peaktime è stata da sempre ispirata da principi di flessibilità, virtualizzazione e collaborazione tra le persone. Come tutti, in questo periodo siamo stati costretti a fermare alcune nostre attività in corso che necessitavano degli spostamenti importanti e un relativo assembramento di persone. Ma il nostro lavoro di creatività, organizzazione e progettazione sta andando avanti proprio grazie al fatto che lo smart working fa da sempre parte del nostro dna.
Come facciamo?
Utilizziamo molti degli strumenti che la tecnologia e la digitalizzazione ci danno a disposizione.
Da sempre utilizziamo, ad esempio, Skype e WhatsApp, app di messaggistica istantanea, che permettono chat di gruppo e video chiamate di gruppo. Un modo “agile” di abbattere le distanze e fare delle produttive riunioni “a tavolino”, anche se ognuno siede al proprio.
Indispensabili gli spazi di condivisione virtuale di tutti i documenti necessari al nostro lavoro: dai video, alle immagini, ai testi. Pensiamo, ad esempio, a Google Drive, Microsoft Teams, ecc…
Obbedire necessariamente all’imperativo di restare a casa è un’azione necessaria che deve compiere ognuno di noi, ma le aziende che riusciranno a cimentarsi con lo smart working saranno quelle che affronteranno meglio queste settimane di quarantena forzata.
Il nostro augurio è comunque che torni tutto alla normalità al più presto, e questo si potrà ottenere solo con la collaborazione fra tutti noi. Facciamo smart working insieme e #restiamoacasa!